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La Storia di Massa Marittima
Massa Marittima nel Risorgimento nazionale

Il monumento dedicato a Garibaldi, attualmente nel Parco della Rimembranza.
Le vicende risorgimentali massetane possono essere ampiamente riassunte nella cifra dei suoi volontari accorsi alle guerre d'indipendenza nazionali. Oltre 400 furono infatti i giovani che a partire da Curtatone e Montanara contribuirono, talora col sacrificio della vita, alla nascita dell'Italia contemporanea. Il titolo di "Brescia Maremmana", dato a Massa Marittima da Giuseppe Garibaldi, suo cittadino onorario (1861), illumina una partecipazione attivissima alla costruzione della nazione italiana, che vide i cittadini massetani presenti sui campi di battaglia del 1848-'49, del '59, del '60, del '62, del '66, del '67, del '70. Da Curtatone al Volturno, dalla spedizione Zambianchi a Farnese, da Mentana alla presa di Roma, dei massetani furono sempre presenti nelle tappe che rappresentano le pietre miliari della unificazione nazionale. Una presenza costante ovunque apparisse il mito e il richiamo irresistibile delle camicie rosse di Garibaldi, nume tutelare della democrazia massetana, a cui l'eroe fu sempre strettamente legato (fu infatti anche presidente onorario dell'Associazione cittadina dei reduci dalle patrie campagne).

Quella democrazia massetana a cui, tramite l'aiuto di Riccardo e Annibale Lapini, Biagio Serri e Domenico Verzera, Garibaldi dovette la vita durante l'ultimo tratto della avventurosa fuga del 1849 da Roma, prima di imbarcarsi nella rada di Calamartina verso la salvezza, sulla barca del capitano Paolo Azzarini. Ma anche una presenza, quella massetana nel Risorgimento nazionale, nata e coltivata con cura sin dai tempi della predicazione mazziniana, che ebbe sempre a Massa Marittima un fortissimo ascendente soprattutto su giovani studenti, piccoli artigiani, operai specializzati. Quella piccola borghesia che rappresenterà infatti, anche su scala nazionale, il terreno più fertile entro il quale la propaganda politica di Giuseppe Mazzini riuscirà ad avviare il lento e difficile processo di formazione della coscienza nazionale unitaria. Era seguendo questa via preferenziale che era arrivata a Massa la "Giovine Italia", introdotta dai fratelli studenti Riccardo e Annibale Lapini, e poi via via, seguendo le diramazioni che il partito democratico assumeva nelle sue componenti moderata e repubblicana intransigente, con l'evolversi della situazione politica italiana ed europea, la Società Nazionale con a capo Giovanni Morandini, i Comitati di Provvedimento per Roma e Venezia di Apollonio Apolloni, la Società Unitaria (1863) diretta sempre dall'Apolloni. Personaggio questo tra i più importanti del battagliero democraticismo massetano e maremmano, al quale si doveva anche l'organizzazione di quella società di mutuo soccorso, prima della provincia (1861), che fu la Fratellanza Artigiana, entro la quale i reduci mazziniani e garibaldini formeranno la coscienza politica repubblicana della gioventù massetana, con effetti durevoli sulla vita civile e politica cittadina fino agli anni del fascismo.

L'ingresso di Massa Marittima, con la Toscana, nell'Italia unitaria preludeva a profondi cambiamenti nel tessuto sociale ed economico della città. Proprio intorno a quegli anni si ponevano infatti le basi del passaggio da un'economia di dimensione precapitalistica e di piccola impresa ad una vera e propria dimensione industriale, con la coltivazione intensiva dei giacimenti minerari, che nel giro di pochi decenni influenzerà, oltre che i modi di vita della intera popolazione, anche i rapporti politici tra il nascente movimento operaio e gli eredi del repubblicanesimo mazziniano risorgimentale, rapporti che saranno il tema politico prevalente in città tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento.


(antica litografia sec. XIX: Massa Marittima vista dall'altura di Poggio dalla parte di via Valle Aspra)
 

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