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La Storia di Massa Marittima |
Dalla preistoria al Mille
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Nelle caverne delle Tane e di Pianizzoli sono stati rinvenuti reperti che attestano la presenza umana in età paleolitica, neolitica ed eneolitica. La zona fu abitata anche in epoca etrusca: nel territorio di Massa Marittima,
l'unico insediamento conosciuto è quello vicino al lago dell'Accesa
(vedi "l'attività
mineraria dagli Etrushi al Novecento"); i reperti provenienti
da altre aree, infatti, non hanno evidenziato la presenza di altri centri
abitati. Attualmente non ci sono elementi per ritenere che sia esistita una
città etrusca nell'attuale sito di Massa; a tal proposito, alcuni storici
dell'Ottocento hanno indagato riguardo alla possibile identificazione dell'antica
città etrusca di Vetulonia in Massa Marittima. Isidoro Falchi, nel
1887, identificò Vetulonia nel poggio di Colonna (presso Buriano),
però sorsero altri interrogativi dopo il rinvenimento, a Poggio Castiglione,
di una moneta con la scritta "Vatl" o "Vatu" (Vetulonia).
Allo stato attuale degli studi, è credibile che siano esistite due
città chiamate entrambe "Vetulonia", identificabili a Colonna
(successivamente rinominata Vetulonia) e a Poggio Castiglione. Massa Veternense o Vetuloniense Non è possibile stabilire la precisa origine di questa città,
perché la sua antica storia è piena di lacune e di oscurità.
Le prime testimonianze dell'esistenza di Massa risalgono all'epoca romanica
(X sec.), sulla base di reperti archeologici ritrovati ai piedi del colle,
lato ovest, dove sorge l'odierna città, nella zona denominata Massa
Vecchia. Ci sono anche testimonianze legate alla tradizione, secondo la quale
l'imperatore Gallo Cesare Triboniano sarebbe nato, verso la metà del
IV sec., a Massa Veternensis (che potrebbe essere l'alterazione del
nome Vetuloniensis). Questo primo nucleo si sarebbe successivamente
spostato sul colle, nel Medioevo, quando la Diocesi di Populonia si trasferì
prima a Vignale, poi a Massa, a causa dell'invasione del pirati. Il trasferimento
della Diocesi, avvenuto secondo fonti tradizionali nel 756, è attestato
solo con un documento del 1062.
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vedi elenco delle fonti