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Il Codice Minerario

Gli "Ordinamenta super arte rameriae et argenteriae civitatis Massae", meglio conosciuti come “Codice Minerario” (sec. XIII), si collocano tra le norme speciali che riescono a tutelare l'attività mediante una svolta oculata e completa, per le conoscenze di allora, di norme antinfortunistiche, di diritti collettivi, di doveri individuali, di procedure amministrative snelle, di tutela pubblica della produzione.

Gli "Ordinamenta" hanno, soprattutto, il merito di aver sconvolto il concetto di proprietà del sottosuolo che il Diritto Romano riconosceva al proprietario del suolo. Si stabilisce, infatti, che il sottosuolo appartiene alla Comunità che, con propri atti, ne autorizza lo sfruttamento, riservandosi il diritto che ogni comunità può vantare sul pubblico patrimonio.

Con tale premessa fondamentale si spiegano le evidenti ricerche di equilibrio tra interessi collettivi e diritti individuali, che emergono dalla lettura degli articoli del Codice e che conservano, oggi, valore morale e giuridico.

 

L'originale del Codice, tratto dal Corpo degli Statuti del Libero Comune di Massa, è conservato presso l'Archivio di Stato di Firenze.

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